MUSEO ARCHEOLOGICO del Territorio di Suasa
Storia del Museo del Territorio di Suasa
Il primo allestimento di una collezione archeologica all’interno delle sale del piano interrato del Palazzo della Rovere fu ad opera di Gello Giorgi, medico e monaco saveriano, erudito locale che attorno alla metà del ‘900 raccolse diverso materiale locale ed ebbe l’idea di riunirlo in un piccolo Antiquarium. A questi reperti si aggiunsero negli anni anche quelli che via via il Giorgi comperava durante i suoi viaggi anche esteri e quelli che gli venivano consegnati dai membri della comunità locale. Il materiale raccolto, riguarda per la maggior parte la realtà Suasana a cui dedicò una monografia. Alla collezione archeologica si affiancava anche una raccolta etnografica con un'ampia documentazione di storia, vita, cultura e fauna della Sierra Leone, dove il monaco fu in missione.
Il Museo è stato ristrutturato ed allestito sotto la direzione scientifica del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna e della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, partendo dallo studio del materiale presente nel precedente allestimento, con l’obiettivo di documentare la frequentazione della Valle del Cesano dalla preistoria sino all’alto medioevo. Nel 2000, in occasione dell’apertura del Museo Civico Archeologico della Città Romana di Suasa di Castelleone di Suasa, l’Antiquarium fu riorganizzato in quattro sale, sempre nel piano interrato, e riallestito con criteri più scientifici cercando di selezionare il materiale di più certa provenienza e dunque di ricondurlo alla realtà territoriale.
Tra il 2004 e il 2006 si intrapresero lunghi lavori di restauro che hanno permesso di riportare all’aspetto originario sia il primo piano che i sotterranei del Palazzo della Rovere. Gli interventi, realizzati con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dello Stato (nell’ambito del Docup Ob. 2 anni 2000-2006), furono l’occasione di curare il riallestimento dell’Antiquarium che prima occupava il solo piano interrato.
Oggi, dopo la nuova inaugurazione del 2007, Il Museo Archeologico del Territorio di Suasa, consente di cogliere l’evoluzione dell’ambiente e del popolamento umano della valle del Cesano. Le sei sale espositive, disposte su due piani, ci fanno ripercorrere la storia più antica della valle, attraverso la sua evoluzione geologica, i fossili degli animali che la popolavano nel Pleistocene, le testimonianze della frequentazione umana nell’età della pietra e dei metalli, nell’età romana, sino a giungere alle soglie del medioevo. Il percorso didattico, organizzato su due livelli, uno per gli adulti e uno per i ragazzi, è integrato da ricostruzioni grafiche di un tratto della valle che ne evidenziano il cambiamento nel tempo. La prima sala ci invia alla storia più antica della vallata, mostrandoci l’evoluzione geologica del territorio e i fossili che testimoniano la presenza di fauna e flora tra pleistocene e Olocene. La seconda sala documenta le prime fasi della presenza umana tra Paleolitico ed Eneolotico, con una consistente rassegna di manufatti litici rinvenuti nel territorio di S. Lorenzo in Campo. Sempre in questa sala sono presenti reperti litici, ceramici e metallici che attestano il popolamento della valle nel Neolitico e durante l’età del Bronzo e del Ferro, con corredi funerari pertinenti a sepolture di cultura Picena. La terza sala introduce la romanizzazione dell’ager gallicus e ospita la riproduzione scientifica e funzionante di una groma, lo strumento con cui i coloni romani misuravano e suddividevano i territori conquistati. La quarta sala è dedicata all’età romana con testimonianze che vanno dall’età repubblicana sino all’età imperiale. Nelle vetrine sono esposti ceramiche da mensa e d’uso comune, elementi decorativi fittili e lapidei, strumenti in osso e in metallo, un gruppo di statuette votive in terracotta. La quinta sala documenta gli aspetti produttivi di età romana e il periodo di passaggio tra il tardoantico e l’altomedioevo nel territorio, con particolare riferimento alla nascita dell’Abbazia Benedettina di S. Lorenzo. Da segnalare il ricco tesoretto di monete tardoantiche. Un’ultima sezione conserva reperti archeologici di varia provenienza e oggetti etnici africani, a ricordo dell’allestimento originario di questo museo, curato dallo storico locale Gello Giorgi.