MUSEO ARCHEOLOGICO del Territorio di Suasa
Le sale del museo
Aspetti geologici e ambientali della valle del Cesano.
Nella sala viene illustrata l’evoluzione geomorfologica e geologica del bacino fluviale del Cesano, in particolare della media valle. Alcuni pannelli, con cartine tematiche, permettono di comprendere le trasformazioni che sono avvenute in questo territorio dalla fine del Pliocene (1,8 milioni di anni fa) al quaternario, quando l’area comincia ad emergere dalle acque, e la valle comincia ad assumere le caratteristiche geomorfologiche che oggi conosciamo.
La presenza di esseri viventi primordiali è documentata da una preziosa serie di ammoniti fossili, molluschi cefalopodi marini comparsi durante il Paleozoico (circa 350 milioni di anni fa) ed estinti alla fine del Mesozoico (65 milioni di anni fa). Questi invertebrati, abili nuotatori vivevano sia nelle acque litoranee, sia nel mare più profondo. Essi possedevano un corpo tentacolare protetto da una conchiglia avvolta a spirale.
Nella sala sono esposti resti ossei rinvenuti probabilmente dai terrazzi alluvionali del fiume Cesano. Appartengono a cinque generi di vertebrati del quaternario: Homo, Sus, Bison, Equus, Stephanorbinus. I fossili di maggior interesse sono costituiti da resti craniali, tra cui uno quasi completo di Bison Priscus, un radio e quattro vertebre di Stephanorbinus bemitoechus, altre di Bison Priscus e due denti di Equus ferus. I resti fossili possono essere ricondotti a due gruppi legati a momenti cronologicamente distinti. Il primo rappresentato da forme pleistoceniche (120.000 – 11.000 anni fa) come il rinoceronte delle steppe (Stephanorbinus bemitoechus), il cavallo selvaggio (equus ferus) ed il Bisons Priscus, riferibili ad un ambiente aperto, con vasti spazi a steppa-prateria intercalati a boschi. Il secondo gruppo rappresentate da forme oloceniche (11.000 anni), con il cinghiale (Sus Scrofa) e il maiale (Sus domesticus).
I resti fossili di tronchi di alberi esposti nella sala completano il quadro ambientale della valle del Cesano di 50.000 anni fa, quando l’intero territorio, con un clima poco più rigido di quello attuale, era ricoperto da estesi boschi di conifere e popolato da cervidi, alci e bisonti, prede di caccia degli uomini della preistoria.