Testa-ritratto di Augusto in marmo del tipo "Prima Porta".
Questa testa è stata ritrovata all'interno del vano AH della domus dei Coiedii, tra le macerie. Dai tratti fisionomici e la disposizione dei riccioli sulla fronte, (come il motivo a tenaglia, riconoscibile nelle due ciocche rivolte l'una verso l'altra e posizionate sopra l'occhio destro) è stato riconosciuto come un ritratto di Augusto in età matura. La testa doveva far parte di una statua grande una volta e mezza le dimensioni naturali, riconosciuta dalle caratteristiche del volto come una statua del tipo cosiddetto di "Prima porta": in questo tipo Augusto si presenta loricato, ovvero indossa una corazza in cuoio riccamente decorata, tipica dei legionari e chiamata appunto lorica. Alla stessa statua doveva appartenere anche un frammento di gamba sinistra rinvenuta nello stesso vano (inv. 65245), realizzata nello stesso marmo bianco di probabile provenienza greco-insulare e compatibile anche per le dimensioni. Il fatto che non vi sia in questa porzione di gamba nessuna traccia di calzari, farebbe pensare a una statua stante interamente nuda o in semi-nudità eroica, col mantello avvolto intorno ai fianchi, tipi di solito usati dopo la morte per le statue in cui l'Imperatore appare divinizzato: la nudità della gamba esclude sicuramente che si trattasse di una statua togata, vista la mancanza del bordo terminale del lungo mantello, ed escluderebbe anche un loricato, perchè di solito le statue loricate presentano ai piedi i caratteristici stivaletti in pelle (mallei) o almeno dei semplici sandali (calcei), di cui però non c'è traccia nella nostra gamba. L'unico esempio augusteo di statua loricata a piedi nudi è proprio l'Augusto di Prima Porta, cui anche la nostra testa sembra fare riferimento. L'ipotesi più probabile rimane comunque quella di una statua stante in nudità o semi-nudità eroica, con la gamba sinistra flessa e leggermente arretrata e la gamba destra portante: questo tipo è piuttosto frequente nella statuaria postuma di Augusto, e anche le dimensioni, maggiori del vero, indicherebbero una realizzazione post-mortem. Dopo la morte infatti l'Imperatore veniva di solito riconosciuto come una divinità in un processo chiamato "apoteosi": le immagini che sanciscono l'apoteosi sono di solito più grandi del normale, proprio a indicare la nuova natura divina e non più semplicemente umana dell'Imperatore.
Questa statua probabilmente doveva essere collocata in un importante edificio pubblico di Suasa, purtroppo ancora sconosciuto: la statua deve poi essere stata distrutta allo scopo di riutilizzare il marmo con cui era realizzata.
Data entry: Fabiana Di Lorenzo
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